In un mondo perfetto
l’affitto dovrebbe tenere conto della rompicoglionosità dei tuoi vicini,
lo stipendio della spaccacazzitudine dei tuoi colleghi,
l’assegno di mantenimento degli anni persi a fare da serva a quello che si scopava la sua segretaria,
l’assegno di disoccupazione del mazzo che ti stai facendo a trovare un’azienda disposta a farti un colloquio dopo che di punto in bianco ti sei trovato prima, in cassa integrazione e poi, in mobilità,
la pausa pranzo dei minuti persi in coda nella mensa aziendale,
i parlamentari sarebbero impiegati statali con contratto a progetto.
Nel mio mondo perfetto, esisterebbero molte meno persone di quelle che circolano in giro adesso; qualcuno più degli altri in particolare.